Il mio ciclodiario
L'idea di un ciclodiario nasce dalla consapevolezza che non potrò conservare un ricordo di tutte le mie piccole e grandi "cicloimprese". Il numero di esse, tra l'altro, è aumentato considerevolmente nel periodo in cui mi sono trasferito in collina, ad Appiano, e ho scelto la bici per recarmi al lavoro a Bolzano, in inverno come in estate, sole, pioggia o neve, con 35 gradi sopra lo zero o 15 sotto, alla luce o al buio. Così ogni ritorno a casa è diventato in quei 14 anni l'occasione per una nuova avventura grazie alle più svariate condizioni meteorologiche che ho incontrato e alle tante variazioni di percorso che mi si presentavano. Dal 2010 ho dato il via inoltre a una nuova e stimolante attività: il "bici+treno". Il mio orizzonte ciclistico, con questa nuova iniziativa, si è allargato a dismisura, fino a portarmi addirittura in centro Italia, sulla mia adorata Panoramica Gabicce-Pesaro! ;-))) Ho pensato dunque di dedicare a queste avventure un'apposita sezione nel mio sito (che è destinato ad uso e consumo quasi esclusivamente personale...). Non voglio però che il ciclodiario diventi un luogo di malinconici ricordi. Deve essere piuttosto motivo di stimolo e, perché no, di confronto tra quello che sono adesso, quello che ero e quello che sarò. Perché ritengo che ci siano e ci saranno per lungo tempo il fisico, l'entusiasmo e la volontà per sempre nuove avventure. A fine 2018 sono tornato a vivere a Bolzano, rinunciando a malincuore alle mie piccole avventure quotidiane. Ma questo non significa che manchi il materiale per il mio ciclodiario, tutt'altroCambiare punto di vista, ogni tanto, non può fare che bene!
IL MIO CICLODIARIO
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2008
Buio, freddo e... un po' di paura!

Oggi non sono proprio riuscito ad evitare il ritorno a casa, dopo l'ufficio, al buio... che strana esperienza! Incute un po' di timore l'avanzare sulla ciclabile quasi alla cieca, in un silenzio irreale, con il solo conforto di una lucetta che rischiara a malapena i due-tre metri di strada davanti a te. Ma ci sono anche degli aspetti decisamente affascinanti: il fondovalle costellato di luci di ogni colore e dimensione, per esempio, oppure il procedere nel bosco tenendo come riferimento Venere, che risplende bellissimo a sud-ovest. Non male il ritorno al buio: tutto sommato, penso che lo ripeterò!

2009
In lotta con il vento

Strano ritorno a casa, oggi. Non tanto per il percorso, la solita quarantina di chilometri con passaggio ad Ora e salita per Caldaro-Bellavista, quanto per il vento forte, inusuale per la nostra zona, che più di una volta mi ha costretto a pericolose sbandate. Non ho il contachilometri sulla bici "da ufficio", ma in alcuni tratti di pianura penso di essere sceso sotto i 20 all'ora! Il ritorno, invece, è stato decisamente più agevole... anche se quel "venticello" frizzante sui jeans intrisi di sudore non è stato proprio il massimo! Curiosità: sul Bellavista, a quasi 700 metri di quota, non si muoveva una foglia!

La prima sgambata del Trofeo Bonatti 2009

Primo appuntamento della stagione con i "matti" del trofeo a Ponte Resia. Quest'anno abbiamo deciso infatti di trovarci tutti i mercoledì alle 17 per una "sgambata", come si dice in gergo. Presenti a questo primo appuntamento io, Giuseppe e Cesare. Loro, giustamente, in bici da corsa, io con la bici "da ufficio", ma comunque ben attrezzato per la quarantina di km che abbiamo percorso. Devo dire che in pianura ho un po' sofferto, ma quando la strada ha iniziato ad alzarsi sotto i pedali non sono stati pochi i tratti in cui mi sono trovato davanti a dettare il ritmo!
G R A N D E R E B E L L I N ! ! ! OGGI HA VINTO LA SUA TERZA FRECCIA VALLONE! UN MITO!

Sospiri a Casteldimezzo

Oggi è terminata la vacanza al mare... c'è sempre un po' di tristezza nel lasciare Misano Adriatico perché, per quanto strano possa sembrare, a pochi chilometri dalle chiassose località della costa romagnola esistono luoghi di una bellezza struggente, minuscoli borghi medioevali dai grandiosi panorami sull'azzurro del mare. Non ho resistito e prima di partire ho voluto salutare il luogo più bello che io conosca: Casteldimezzo, paesino abbarbicato su di una collina a strapiombo sul mare. 25 km scarsi, ma oggi il chilometraggio non conta; una breve sosta (cosa inusuale per me) per respirare ancora una volta a pieni polmoni quel paesaggio fatto di terra, sole e mare sconfinato. Un momento di meraviglia che mi dovrà bastare per l'inverno che verrà...
Solo ieri, ed è già nostalgia...

Che depressione oggi! Inevitabile, dopo una giornata entusiasmante come quella di ieri, trascorsa in buona parte sul Monte Grappa in compagnia della mia amata (bici) e di un piccolo ma fidato gruppo di amici. Siamo saliti dal versante di Semonzo, 20km di bella e quasi troppo impegnativa salita e scesi da quello di Romano, 26 km di bella e quasi troppo bella discesa! Non c'è nulla di meglio di una montagna che si eleva improvvisamente dalla pianura, e che in pochi km ti porta dai giardini di olivi ad un ambiente prettamente alpino, tra panorami mozzafiato e pendenze da scalatori di razza. Peccato, peccato davvero che esperienze del genere mi capiti di viverle pochi, troppo pochi giorni all'anno...
Buio, pioggia, nebbia, freddo,,, che altro??

Quest'anno il ritorno a casa al buio sta diventando un'abitudine... ma quello di oggi è stato un po' particolare, perché oltre all'oscurità pioveva a dirotto e lungo la ciclabile ho trovato anche un bel nebbione... la lucetta sul manubrio non può gran che in queste occasioni e devo ammettere che in certi tratti il paesaggio era tanto spettrale da mettere quasi paura...

Mendola a -6

Oggi un applausino me lo merito, dai... Mendola scalata con temperatura costantemente sotto lo zero, al passo il termometro al manubrio segnava -6,4 ma io non mi sono lasciato impressionare e mi sono cambiato all'aperto, come sempre. Esperienza comunque non propriamente piacevole...

2010
Ponte Adige-Monticolo: si può dare di più!

29'10" sul percorso Ponte Adige-Monticolo. Una canzone mi sovviene: "Si può daaaaare di piuuuuuuu"!!!

Ponte Adige-Monticolo: ritocchino

Altro ritocco al tempo Ponte Adige-Monticolo: 28.15

Un Penegal mancato

Oggi Penegal mancato purtroppo... a quota 1500 ho dovuto girare la bici causa neve e ghiaccio sulla strada. In ogni caso mi segno il tempo di 1h04'30" impiegato per scalare la Mendola, non malaccio se si considera che sono salito in MTB e con vestiario ancora seminvernale. Accontentiamoci in attesa di tempi migliori, in tutti i sensi!

Ponte Adige-Monticolo, altra limata

Eccomi ad un altro test sul percorso Ponte Adige-Monticolo: 26'30". Devo tirare giù ancora un minuto e poi si ragiona...

Considerazioni del dopo-Penegal

Ed eccomi al primo test sulla Mendola! Non vengo certo da un buon periodo, quindi il tempo di 55.50 lo incasso senza lamentarmi troppo e mi fa piacere aver trovato la voglia e la forza di proseguire poi fino al Monte Penegal. Rimane il dilemma di questi ultimi anni: incidono sulle mie prestazioni più la vita superstressata che conduco oppure l'età che avanza? In cuor mio sento (e forse spero...) che conta molto di più la prima, ma la prova del nove l'avrei solo disponendo di un periodo di tregua, durante il quale allenarmi con la tranquillità che avevo una quindicina d'anni fa. Essendo la cosa del tutto improponibile, rimarrò ancora a lungo nel dubbio...
Barcollo ma non mollo!

Sarà l'età o forse solo la sfiga, ma non ho mai avuto tanti (piccoli) problemi fisici come in questo periodo! Prima la rottura del tendine, poi una brutta tosse conseguenza di febbre e raffreddore non curati come si deve (me le cerco...) infine (speriamo!) una botta alle costole rimediata a calcio. Niente che mi possa fermare del tutto, anche se una persona con un po' di giudizio qualche giorno di riposo l'avrebbe preso, ma è ovvio che record ed imprese varie sono rimandati a data da destinarsi. Per ora mi "accontento" di pedalate come quella di oggi, Colle scalato dalla parte del Seit, 10 km circa di salita con quasi 1000 mt di dislivello in 54 minuti. Altro tempo da segnare e da migliorare... speriamo al più presto!

Mendola, arrivederci!

Altra Mendola fotocopia di quella precedente, almeno nel tempo impiegato: 53.50. Purtroppo oggi ho dovuto constatare che è iniziata la stagione delle moto, dei sorpassi alla cieca, dei morti e dei feriti. Per me si interrompe quella delle prove sulla Mendola e su altre strade troppo trafficate. Pace.

Alla larga dagli idioti con patente

Tra caldo e traffico luglio ed agosto non sono dei gran periodi, almeno per me, dal punto di vista ciclistico... se ci aggiungiamo poi il fatto che l'abbuffata di salite al mare mi ha saziato per bene, l'attuale fase di stanca si spiega al meglio. Lunedì scorso ci è scappato un discreto giretto, 80 km con la salita al Passo Pinei ed un caldo che non dava tregua nemmeno in montagna, ma da ricordare è sicuramente la bellezza della ciclabile che risale la Val d'Isarco (a parte il cervellotico passaggio di Ponte Gardena ). Pedalare lontano da idioti patentati è sempre un gran piacere!

Un "lungo" con crisi

Oggi ho fatto il "lungo"... lungo per me, per qualcuno potrebbe essere poco più di un "corto" Giro della Val di Non "rinforzato" con la deviazione per Denno-Cunevo-Tuenno-Cles. 113 km iniziati bene ma terminati non proprio alla grande, forse anche per colpa della stupenda fontana di Terres, dalla quale ho bevuto un'acqua buonissima, cristallina ma decisamente fredda; così, complice il caldo, il vento ed il mio vizio di partire sempre senza borraccia, la crisi è arrivata e dal km 80 è stato un trascinarsi verso casa... ma va bene anche così!

Sono un trattore...?

E' un periodo strano, questo... tanta attività (oggi Colle scalato dal Seit in 54.40 dopo il giro della Val di Non di lunedì e due serate di calcio fino a tarda ora), nessun segno di cedimento ma... riscontri cronometrici deludenti! Mi sento un trattore, arrivo dappertutto ma senza slanci, e non è esattamente quello che vorrei!

Appiano Penegal cronometrato

Di solito, dopo la Mendola fatta con gli occhi fissi sul cronometro, l'ascesa al Penegal diventa un momento di relax e defaticamento, se relax e defaticamento possono esserci su 4 km di salita con strappi al 18%. Oggi, invece, una sbirciatina al ciclocomputer c'è scappata anche dopo lo scollinamento al passo, perché la missione era quella di inserire il risultato nella classifica del mio cicloforum preferito. Ho promesso agli amici del forum di non farlo mai più Già la Mendola non mi riesce proprio di farla "di conserva", avendo riferimenti cronometrici ormai decennali... se poi mi metto a tirare anche sul Penegal arriviamo a circa 20 km di salita! Mi segno il tempo comunque: 1h16'10"

Buchwald con cottura a puntino

Che settimana strana, questa! Prima l'ottimo tempo sulla Ponte Adige-Monticolo, poi tre giorni in cui ho riposato poco e che ho pagato oggi, dopo essere partito a spron battuto da Riva di Sotto. Negli ultimi km sembrava proprio avessi un'incudine sotto la sella! In ogni caso il tempo di 39.40 non è male.

Ciclisti, teste dure...

Quanto successo questa sera dimostra quanto grande può essere la testardaggine di un ciclista. In questo caso testardaggine è sinonimo di caparbietà, qualità indispensabile per chi vuole pedalare: senza di essa non sarebbe possibile avvicinare i limiti fisici che Madre Natura ci ha imposto. Ebbene, scendo in garage dopo aver passato otto ore in quella stramaledetta gabbia chiamata ufficio e cosa trovo? La gomma posteriore bucata! Non c'era il tempo (ma soprattutto il materiale necessario...) per la sostituzione, così sono partito con la gomma a terra e ho fatto ugualmente ciò che avevo programmato, ovvero la salita fino allo Steinegger, 600 metri di quota!! Quasi 400 metri di dislivello praticamente sul cerchio, al buio, imprecando contro tutto e tutti!!!!

Mendola

Altra Mendola senza infamia e senza lode, scalata in MTB in 1h05'. L'importante è muoversi

45 minuti...

... possono bastare 45 minuti di bici per sfogare un giorno intero di rabbia e tensione al computer? No, ovviamente, ma ho cercato comunque di sfruttarli al meglio e nonostante il buio e la pioggia sono salito fino allo Steinegger, a 600 mt di quota. Sono arrivato in cima in condizioni pietose, con i vestiti borghesi imbrattati di acqua e fango, ma con la soddisfazione e la consapevolezza di aver "vissuto" almeno un poco di una giornata altrimenti del tutto inutile. Grazie a Lei, ancora una volta.

Brutto cronometro!

Brutto e cattivo cronometro, che mi segni 1h08 sulla Mendola! Massì, dopotutto in questo periodo tra freddo e neve è già buono arrivarci... C'è da dire, oltretutto, che forse la "strapazzata" di ieri l'ho un po' sentita: corsa e poi pranzo praticamente inesistente (panino del giorno prima con due foglie di insalata ed un po' di maionese
), infine ritorno a casa al buio con i chiodati

2011
Ecco i malanni!

Puntuale e forse inevitabile, anche quest'anno intorno a metà gennaio è arrivato il primo malanno di stagione. Non mi posso certo lamentare: dopo un paio di mesi di sudate e discese sotto lo zero una mezza influenza è comunque il minimo. Il problema è che, come al solito, invece di concedermi un periodo di riposo (da cui trarrei giovamento più dal punto di vista mentale che fisico...), dopo qualche giorno mi ritrovo in sella, a pedalare e sudare come se nulla fosse accaduto. Così tosse e fiacchezza si trascinano per giorni, settimane... ne uscirò definitivamente, se tutto andrà come negli anni scorsi, solo con l'arrivo dei primi caldi! Un salto di qualità consisterebbe nel prendere atto della situazione e nel volgerla a mio favore, magari dedicando questo periodo ad attività alternative e non meno stimolanti: escursioni in montagna, rulli, spinning, sport vari in palestra. E quanto mi piacerebbe riprendere a giocare a tennistavolo! Bah, mi ci vorrebbe una maturità che raggiungerò, forse, solo con i 50 anni. Per intanto pedaliamo!

Dopo un mese... Mendola!

Che periodaccio! Tosse che dopo il classico malanno di stagione perdura puntualmente per settimane, infiammazione "atavica" al gomito che ogni tanto torna fuori e mi impedisce di impugnare bene il manubrio, morale sotto i tacchi causa lavoro e casini vari... in ogni caso eccomi qui, alle 12 del sabato, con un'ora e mezza a disposizione, a cercare un po' di sollievo... che fortunatamente è arrivato! Mendola con la bici da trekking, pochissimo traffico, bel sole e cronometro benevolo: 1h05.30". Va bene così, per ora...

Ponte Adige-Monticolo

La primavera si avvicina ed è il momento dei primi, timidi sguardi al cronometro: Ponte Adige-Monticolo in 29 minuti netti. Vedo che nello stesso periodo dello scorso anno avevo chiuso con lo stesso tempo. Diciamo che si tratta di un discreto segnale!

A rifornimento di sensazioni

Solita giornata da pianto in ufficio ed ennesima, rabbiosa reazione con una crono da Ponte Adige a Monticolo nello scampolo di tempo tra l'uscita dal lavoro ed il rientro a casa. Peccato che tra freddo e pioggia non ci fosse da sperare gran che, e difatti il 28.40 non è certo un tempo da tramandare ai posteri Resta il fatto che in quei pochi minuti sotto un cielo plumbeo, nel bosco, completamente e meravigliosamente solo con la mia compagna di pedalate, mi regalino emozioni e sensazioni che bastano a tenermi in piedi un po'. La spia, in ogni caso, è sempre sul rosso.

P.Adige-Monticolo, si migliora

Oggi non mi sembrava la giornata giusta per "provare il tempo". Tra stress, stanchezza, casini, incazzature, delusioni, nervoso e smarronamenti vari (!) ho pensato che fosse il caso di non porsi obbiettivi e magari di dedicarsi ad una pedalata "facile". Una sbirciatina all'orologio al ponte di ferro l'avevo comunque data, non si sa mai... ...e difatti la gamba abbastanza "piena" mi ha convinto a buttarmi sul percorso Ponte Adige-Monticolo, insieme alla migliore compagna, la fatica, al fruscio delle ruote ed all'impagabile sensazione di essere il vero me stesso, almeno per qualche minuto. All'inizio mi sono un po' divertito ad imitare il mitico Gianni Bugno: rapportone e sguardo impassibile
Dai, alla fine il riscontro non è stato così malvagio: 27.45, a poco più di due minuti dai tempi migliori. Per ora (ma solo per ora) può andare.

La Mendola mi riporta sulla Terra

Inevitabile, ecco il momento di abbassare un po' le arie... e tutto sommato dopo un paio di giorni di belle "sgasate" la cosa ci può anche stare! Peccato che sia sempre la Mendola a riportarmi giù: quella salita, pur pedalabile (o proprio perché troppo pedalabile), non mi da' mai grandi soddisfazioni In ogni caso il tempo di 54.35, considerata la media degli ultimi anni, non è poi da buttare.

Mendola, altro ritocchino

Oggi Mendola con gli amici del forum, peccato che per me sia un periodo di cattiva forma perché se si fosse fatta un mese fa sono sicuro che le cose sarebbero andate ben diversamente. A darmi il colpo di grazia è stato la scalata all'Alpe di Siusi di due giorni fa, portata a termine solo per onor di firma tra caldo e poca voglia. In ogni caso ho strappato un 53.15 che ritocca ancora un po' verso il basso il record dell'ultimo lustro Certo che l'obbiettivo dei 50 minuti è ancora lontano...

Punta Veleno, la salita più dura!

Dopo una lunga attesa, è giunto il giorno di Punta Veleno! Il nome di questa salita presagiva già di per sè qualcosa di inquietante... ma il muro che mi sono trovato davanti ha superato ogni mia previsione! E dire che la giornata era cominciata bene, con il viaggio in treno fino a Domegliara, l'ascesa Caprino-Lumini fatta ad un ottimo ritmo e la discesa a rivedere il mio amato lago dopo alcuni mesi di lontananza forzata per l'assedio turistico estivo. La salita, iniziata a Castello di Brenzone, non sembrava nella sua primissima parte nulla di eccezionale. Mi dicevo che dopo aver superato il Fittanze senza grosse difficoltà nulla avrebbe potuto mettermi in crisi nera... ma mi sbagliavo! Pur con la tripla sulla bici "da ufficio", con un bel 30X26 con il quale pensavo di poter superare ogni pendenza, a metà dei 10 km sono andato letteralmente fuori giri! Sul mio ciclocomputer ho visto indicare velocità mai "raggiunte" prima: 4-5 km all'ora nei tratti più duri. Nei lunghi rettilinei con pendenze sempre sopra il 15% e talvolta oltre il 20%, più di una volta ho pensato di dover mettere il piede a terra e sono stato costretto a procedere a zig-zag. Una batosta che ricorderò a lungo e che conferma come il mio allenamento sia più che sufficiente per chilometraggi sui 50-70 km e per salite "umane", dopo posso anche produrre delle buone progressioni, ma anche che per certi "mostri" (nei 5 km centrali mai sotto il 15-17%) ci vogliano preparazione da gran fondo e/o rapportini da MTB. Vabbè, metto in saccoccia e via di nuovo in sella...

P.Adige-Monticolo così così

Mi segno tutto, ovviamente, anche i giorni di relativa delusione come questo: 26.45 sull'ormai classicissima Ponte Adige-Monticolo.

2012
Mendola, che altro?

Giornata fredda, che non ispira certo chissà quali iniziative... quindi miliardesima Mendola della stagione con la MTB, 1h03'20" da casa.

N-esima Mendola

...esima Mendola, in MTB e con un tempo non di certo di rilievo, 1h07'30". Questa salita mi esce dalle orecchie, ormai...

Prima Predonico 2012

Si inizia presto quest'anno, nonostante il freddo... e lo si vede anche dal riscontro cronometrico: 41 minuti per giungere al primo scollinamento è un tempo che va assolutamente migliorato!

2a P.Adige-Monticolo

Seconda prova dell'anno sul percorso Ponte Adige-Monticolo, cronometro sui 28 minuti; questa volta però la temperatura era decisamente più bassa e non ho voluto rischiare di buscarmi una bronchite (come successo l'anno scorso sulla salita di Tel) tirando a tutta per raccogliere poco o niente. Per essere salito con il freno tirato non è poi un tempo così malvagio...

Predonico prova uno...

Mi rendo conto solo ora che le prove (ed i relativi tempi) sulla Ponte Adige-Predonico sono poche e mal distribuite! Da oggi quindi cercherò di colmare la lacuna: 37 minuti per questo primo tentativo (tempo decisamente da migliorare!).

Questa invece un po' meno!

Altra Mendola e risultato non certo di rilievo, poco sotto 1h04'... ma sempre meglio che passare tutto il giorno in casa

2013
Andare tanto per andare...

...potrebbe essere il titolo giusto per il ritorno a casa in bici di questa sera... tremendo pedalare al buio su percorsi arcinoti alla ricerca di una qualche motivazione, la testa bassa e lo sguardo concentrato sul fazzoletto di asfalto che il fanale riesce ad illuminare davanti a te! Quasi paranoico. Ma, come sempre, mi peserebbe infinitamente di più tornarmene a casa in autobus dopo una giornata di semi-immobilità trascorsa in ufficio!

Cose da fare e cose no...

Da fare: pedalare con la neve, sotto la neve, tra la neve, dentro la neve. Da non fare: pedalare con la neve, sotto la neve, tra la neve, dentro la neve QUANDO SI STA ANDANDO IN UFFICIO! Altrimenti può capitare che la neve, collosa e dispettosa, ti costringa a procedere a spinta mentre l'orologio avanza inesorabile e che la giornata inizi male, molto male!
Prima Mendola a ruote fini

E si inizia la sfilza di Mendole 2013 con le "ruote fini". Non si tratta dela bici da corsa, ma della city bike da ufficio. Tempo discreto, stabilito partendo da casa: 1h03'45"

Pericolosamente bello!

Stamani, più in ritardo del solito, per scendere in città ho optato per la soluzione più sbrigativa: percorrere lo "Stradone" del Vino, grazie al quale in pochissimi minuti anche in bici si giunge alle porte di Bolzano. Non lo faccio (quasi) mai, perché so come va a finire: esattamente come è andata a finire anche in questa occasione, nella scia di un camion a velocità pericolose, soprattutto perché la strada è molto trafficata e oggi anche bagnata! Beh, insomma, mi sono trovato a pedalare tra i 60 ed i 70/h con il rischio che il bestione davanti a me frenasse bruscamente... e sarebbero stati dolori! Certo con l'esperienza che ho l'eventualità non mi avrebbe trovato impreparato, ma se tutto fila liscio è meglio! C'è voluto davvero poco per raggiungere l'ufficio, praticamente ho recuperato quasi per intero i 15 minuti di ritardo , però il rischio è grande!

Capra sì, Grappa no

Peccato, peccato, peccato! Oggi era la grande giornata della scalata al Monte Grappa abbinata alla prima prova del Trofeo Bonatti 2013. La mia intenzione era di salire da Romano, seguendo un tracciato sicuramente libero dalla neve, ma le insistenze di alcuni della compagnia mi hanno indotto a cambiare programma e imboccare il "Salto della Capra", un'ascesa bella, tranquillissima e panoramica, ma... ancora innevata nella sua parte alta!
E così, dopo un timido tentativo di proseguire a spinta, l'unica soluzione è stata quella di girare la bici e ridiscendere a Crespano, da dove eravamo saliti, con le pive nel sacco! Che rabbia... che ho sfogato almeno in parte nella breve salita alla Madonna del Covolo, un santuario che si raggiunge con 3 km tutti in piedi, con pendenze fino al 18%. In ogni caso la delusione è stata grande: Grappa da rifare al più presto!
Predonico da migliorare

36 minuti netti da Ponte Adige a Predonico: non malissimo, comunque da migliorare

Crono-Bellavista

Dopo un bel po' di tempo, ho rifatto partire il cronometro sul tratto Maxi-Mode - Bellavista. Il risultato è discreto, ma migliorabile: 16 primi netti (con la bici da ufficio, ovviamente! )

Semel in anno...

...licet insanire, dicevano gli antichi, e io la licenza di "dare di matto" per il 2013 me la sono presa oggi, scendendo verso Bolzano sullo "stradone" (la provinciale, quella che tutti i pendolari dell'Oltradige usano per raggiungere la città) per non entrare in ufficio troppo in ritardo. E, come sempre accade in questi casi, mi sono andato a cercare la scia giusta, quella che mi permette di ottenere la massima velocità con il minimo sforzo. Questa volta la scia era buona, fin troppo... dietro al camion che mi ha "accompagnato" fino alle porte della città ho toccato i 70/h! Dall'uscita della cantina di casa al garage dell'ufficio in meno di 15 minuti: bello ma un po' (troppo) pericoloso.

Stringo forte il manubrio e...

Caro ciclodiario, è da un po' che non ti aggiorno, lo so... ma cosa dovrei raccontarti? Di salite nella totale oscurità, di "menate" a testa bassa con lo sguardo puntato sulla luce del fanale, pochi metri davanti a me? L'inverno è un periodo buio, in tutti i sensi. E quando mi trovo a stringere forte i pugni sul manubrio, facendomi largo nel nulla, mi sembra di vivere la metafora della mia vita, aggrappato a un pezzo di metallo su due ruote, aspettando che mi porti ancora una volta e un'altra ancora a VIVERE momenti di gioia vera.

2014
A tutta... neve e acqua!

Che configurazione meteo, ragazzi! Senza dubbio la peggiore da quando ho iniziato la mia attività di ciclopendolare, nell'ormai lontano 2005. Non c'è giornata in cui non piova, o nevichi, o tutte e due le cose! Così ogni trasferimento si trasforma in una piccola avventura, tra pioggia (tanta) e neve (non moltissima, purtroppo) che mette alla prova bici e... ciclista. Nessun particolare problema, comunque: ormai ho una tale esperienza che ci vorrebbe ben altro per mettermi in difficoltà. Così ci sono scappati un paio di Bellavista non solo "sotto", ma anche "nella" neve, considerata l'abbondanza con cui veniva giù (e in queste occasioni ho dovuto rispolverare il vecchio sistema di mettermi a correre per riscaldarmi un po' in discesa!), e diverse pedalate sotto l'acqua. E' ovviamente un continuo avvicendarsi di pneumatici chiodati e battistrada più o meno scolpiti, con l'inevitabile inconveniente di tanto, tantissimo sporco accumulato sulle bici. Ma è uno dazio trascurabile rispetto al sollievo, solo temporaneo purtroppo, dopo giornate NERE trascorse in prigionia dall'alba al tramonto.

Prima crono-Mendola 2014

E siamo al primo test a cronometro sulla Mendola per il 2014! E' un po' presto, lo so, perché la temperatura non è ancora ideale e i vari ricambi che riempiono le tasche posteriori non permettono certo una salita in completa scioltezza. Per questo accetto di (abbastanza...) buon grado il responso di 56' . Purtroppo quando arriveranno le giornate adatte la strada sarà già "territorio di caccia" per i soliti pazzi in moto e non so se troverò occasione e voglia per altri test.

Vivacchio in attesa del mare

E' un periodo un po' così, a cavallo tra il bici+treno primaverile e le vacanze estive... ma non per questo ho tirato i remi in barca! Oltre al bel pomeriggio con gli amici del trofeo, ho trovato il tempo per un arrivederci (prima dell'invasione barbarico-motociclistica) alla Mendola (tempo non esaltante, sopra i 55' :-/) e un'ascesa in cima al Colle (località Schneiderwiesen), pedalata quest'ultima stranissima: partito che sembravo sfinito, sono arrivato, dopo un discreto intertempo di 45' e spiccioli alla funivia, in relativa scioltezza: cose che succedono! Bah, che concludere... né carne, né pesce, né grandi prestazioni ma nemmeno scarsezza assoluta. L'importante è che qualche lampo nel buio ci sia, ogni tanto, giusto per dare un senso alle sudate durante i quotidiani rientri a casa

Crono sul Seit

Rientro a casa un po' diverso dal solito quello di oggi: prima di prendere la solita ciclabile verso Appiano ho fatto una "piccola" deviazione per Pineta di Laives e da lì sono salito al Seit. Pur essendo partito senza tante pretese (sto giocando tanto a calcio in questo periodo e le gambe sono quello che sono...) ho pensato di segnarmi il tempo impiegato: 27'20". Lo migliorerò? Se non metto un po' la testa a posto sarà dura: troppi sport insieme, troppo stress e troppo poco riposo!

Un trittico sulla Mendola!

Con l'autunno inizia il riavvicinamento alla Mendola, in estate per me off limits causa infestazione da motociclisti pazzoidi. C'è una notizia buona e una cattiva. La buona è che il cronometro ha dati discreti riscontri: da 1h01' della prima scalata sono passato ai 58'35" di questo terzo sabato; con il senno di poi oggi avrei potuto tentare in bici da corsa... probabilmente avrei siglato il miglior tempo degli ultimi anni! La cattiva notizia è che la disinfestazione non è ancora finita! Il bel tempo ha prolungato la stagione dei folli che in moto tagliano curve, sorpassano alla cieca e superano abbondantemente i limiti di velocità, mettendo in pericolo se stessi (e chissenefrega) e gli altri. Nulla di paragonabile al periodo estivo, per carità, però devo ricordarmi di tenere conto che il protrarsi della bella stagione porta con sé questo inconveniente

Pista a Cles, due anni dopo.

Stavolta il banco non salta... e questo rinforza il mio dubbio (che non verrà comunque mai chiarito ;-)) se quel 19 ottobre 2012 fossi in stato di grazia o se fu il DS a far male i calcoli... chissà! Sta di fatto che, nonostante le buone sensazioni dei giorni precedenti (peccato per la mezza indigestione del giorno prima :-/), il risultato è sotto alle aspettative: intorno ai 36 km il percorso coperto nei sessanta minuti della prova, più precisamente 36,250 secondo il mio ciclocomputer, 36 netti per il DS, che ha contato i giri percorsi. Temo che miglioramenti potrebbero venire, più che da poco proponibili sedute di allenamento specifiche (e chi ce l'ha il tempo?), da un cambio di sede della prova: il velodromo di Mori, per esempio, dove troverei una superficie ottimale e meno disturbi da parte del vento. Visto che ci ho messo due anni a trovare l'occasione buona, l'impresa appare piuttosto ardua... ma non disperiamo!
2015
Questo sono io!

Strana giornata oggi, in cui ho pianto per aver perso la possibilità di poter rivedere, dopo mesi di lontananza, il mio adorato Casteldimezzo. Ci sono davvero poche cose al mondo per cui valga la pena di versare lacrime; una di esse è senza dubbio il proprio luogo dell'anima. Con questo stato d'animo, dopo la solita, merdosa giornata a rincorrere il nulla più assoluto, mi sono deciso per una pedalata un po' diversa dal solito: non ho fatto partire Strava e anche le occhiate lanciate al contachilometri sono state meno frequenti. Destinazione classica: Bellavista. Ma questa volta sono sceso dalla bici ed ho raggiunto il punto panoramico posto poche decine di metri più in là, un luogo sufficientemente tranquillo per godersi un attimo di pace e stare, finalmente, solo con i propri pensieri. L'idea dell'autoscatto con il cellulare è nata per caso, ma a pensarci un po' in quella foto c'è tutto ciò che io ho VERAMENTE nella vita: me stesso, arruffato come al solito, la mia bici e il cielo, il luogo dove risiedono tutti i miei sogni. Non avrei bisogno d'altro e la speranza è, un giorno, di poter vivere solo per essi.
2016
Stelvio bike day: MAI PIU'!

Stelvio bike day, ovvero una giornata con il mitico passo Stelvio riservato alle biciclette. Tutto molto bello, per carità, una vera e propria festa del ciclismo lontano da smog e traffico con una vista fantastica sull'Ortles. Ma ci sono troppi aspetti che non mi sono piaciuti, prima di tutto la scarsa considerazione per gli altri (forse per la poca lucidità?) di alcuni ciclisti che salivano cambiando continuamente direzione. Intendiamoci: non era certo la giornata per fare la salita a tutta con la testa bassa, fissando il cronometro; era come detto soprattutto una festa, ma troppa gente scartava senza badare agli altri. Assurdo poi il comportamento di certi "fenomeni" che pretendevano di scendere in mezzo alla calca a 30-40/h, lamentandosi pure se gli facevi un cenno. Non è che basta urlare continuamente "OH, OH!" perché i ciclisti si aprano come le acque davanti a Mosè! Pazzesca la calca in cima, ci ho messo 5 minuti spingendo la bici per fare gli ultimi 150 metri, ma questo ci può stare. Ciliegina sulla torta il rientro, con un traffico pauroso nel quale siamo rimasti più volte fermi. Mi sono sentito molto in colpa, perché la giornata ecologica l'ho fatta sullo Stelvio, ma per il resto ho inquinato a manetta E quindi? La faccio in un'altra giornata dell'anno, tra auto e moto che impennano? Ma figuriamoci! Posso vivere anche senza Stelvio! Dimenticavo il bilancio della giornata: oltre 10 ore fuori casa per 68 km di bici

2017
Inverno maledetto!

Rieccoci nel pieno dell'inverno, con le giornate brevi, la luce del sole che vedo solo dalle finestre dell'ufficio e il buio che mi inghiotte non appena metto le ruote sulla strada. Questo è davvero il periodo peggiore dell'anno, triste e maledetto. Di positivo c'è che non mollo... e l'idea di ricorrere almeno in questo periodo all'autobus, che avevo preso in considerazione qualche anno fa, ora non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello
La pioggia e mio papà

Che lavata oggi! E per fortuna che faceva relativamente caldo, perché dal cielo è scesa una vera e propria cascata d'acqua. Per passare il tempo durante quei 30 km di doccia fuori programma mi sono immaginato mio padre, fuori dalla sua ammiraglia a bordo strada, a chiedermi di fermarmi come mille volte aveva fatto durante i giri e le gare dei bei tempi andati. Me lo sono visto urlarmi: "ma dove vai, insemenito!? Fermati!" con quell'ironia tutta sua, mai canzonatoria, che non riusciva a nascondere il vero motivo di quelle sue raccomandazioni: la sua disponibilità e i suoi riguardi per noi, mio fratello Christian ed io. Devo dire che, grondante d'acqua come poche volte, mi sono fatto una sana risata, solo, con il suo ricordo che ha piacevolmente riempito quei momenti. Quanta nostalgia!
2018
Non si finisce mai di imparare!

Dire che oggi me la sono vista brutta è forse esagerato, ma non ci sono andato poi così lontano! Sono partito con un'atmosfera di quelle che io trovo stimolanti: nubi basse, folate di vento e scrosci di pioggia. Il tipico tempo primaverile insomma. E così, preso dall'entusiasmo, sono partito un po' "leggerino", senza i pantaloni impermeabili che, con il senno di poi, mi sarebbero serviti eccome! Negli ultimi 10 km il tempo è cambiato, la pioggia è cominciata a cadere abbondantissima e la temperatura è scesa a 4, poi 3 gradi. Morale della favola: sono arrivato a casa intirizzito, con le mani che ormai non sentivo più. Nulla di terrificante, per carità, ma il pensiero è sempre lo stesso: se in quelle situazioni dovessi avere un guasto o la sfiga di cadere, beh le cose si farebbero molto, molto problematiche. La crisi di ipotermia l'ho già provata una volta e se possibile vorrei evitare di ripetere l'esperienza! 50 anni, eppure ancora "capace" di sottovalutare una situazione! C'è ancora da imparare! :-O

A volte mi ritrovo

È bello ritrovarmi, una volta ogni tanto, riemergendo dal mare di merda in cui navigo ormai da tempi immemorabili. Alzare un attimo la testa per scorgere la luce, solo un attimo, per poi rituffarmi nella fogna del quotidiano. Mi è capitato l'altro giorno pedalando in salita, accompagnato da una leggera pioggia, sudato e arruffato come al solito, sotto un cielo primaverile fatto di nuvoloni e meravigliosi sprazzi di sole mite. Per un attimo, chissà perché, la testa si è liberata dai mille impegni e preoccupazioni e mi sono trovato da solo, come una volta, quando le uniche compagnie erano la bici e un nuovo posto da scoprire in cima a chissà quale strada dolomitica. Un flash, pochi secondi in cui sono stato me stesso e non un ridicolo burattino sbattuto a destra e a manca da mille mani ostili. È bello ritrovarsi, ogni tanto.

Alla prossima primavera!

Ecco un giro che mi ha messo un pochino in difficoltà: probabilmente non era la giornata giusta e/o forse ho sottovalutato qualche aspetto. Il programma è stato rispettato, ma con qualche patema di troppo! Sceso dal treno a Rovereto, ho fatto la classica puntatina tra Torbole e Riva e ho poi imboccato la salita per il passo del Ballino con il fermo intento di migliorare i tempi stabiliti il 20 aprile con l'ibrida. Tutto OK fino al lago di Tenno (per quanto riguarda il riscontro cronometrico), poi, complice forse anche il vento contrario, sono salito sotto le aspettative. Scendendo a Fiavé ho preso una discreta razione di freddo, e la successiva discesa da Ponte Arche a Sarche mi ha riservato qualche altro tratto freschino. La risalita verso Terlago è stata poco gradevole: fino a Vezzano non c'è (o non ho trovato) la ciclabile, e costeggiare il lago di Toblino su una stradaccia molto trafficata è stata un'esperienza da dimenticare. A Vezzano ho trovato poi una ciclabile non all'altezza: per avanzare di un km ne fai due, per guadagnare 50 metri di altitudine ne fai 100 di su e giù! Anche pranzare all'aperto, nonostante il sole, non è stata una grande idea, vista anche la poco digeribilità degli strozzapreti al burro!. Giunto ai laghi di Terlago con poca voglia di scavalcare mezzo Bondone, ho accarezzato l'idea di scendere da Cadine (complice anche un segnale stradale mal posizionato) attraverso il temibile Bus de Vela, ma sono poi (per fortuna) tornato sui miei passi e con un'accorta gestione delle (poche) forze rimaste ho scollinato ai 1000 metri di quota di Candriai per scendere finalmente alla stazione di Trento. 96 km che mi sono sembrati molto di più... ma forse non è più stagione ormai! Alla prossima primavera per il bici+treno!
Si torna a Bolzano!

E dopo quasi 14 anni di ciclopendolarismo senza compromessi, da domani si torna a vivere a Bolzano per questioni famigliari. Niente più pedalate in bici sotto la pioggia, la neve o il solleone, con il vento, a -15 o +40. O perlomeno, da ora in poi non ci sarò più costretto. Se lo farò, sarà per puro piacere Un po' comunque mi dispiace, si chiude senza dubbio un'epoca per me, e non è solo un modo di dire. Mi mancherà un mondo scendere la mattina lungo la ciclabile sotto la neve, e vedere poco più in là una marea di disperati in coda nel loro trabiccolo di latta, con nessuna speranza di entrare in città a un orario ragionevole. Mi mancherà il "dover" prendere la bici dopo estenuanti quanto inutili giornate trascorse in ufficio, e pedalare quell'ora e mezza che mi concedeva una piccola, quotidiana rivincita su tutto e tutti. Non mi mancherà invece scendere in inverno sotto la pioggia e avere poi gli abiti da asciugare, di nascosto, nel bagno dell'ufficio, oppure bardarmi la mattina come un palombaro per 10 km più che altro in discesa. Ma il bilancio, quando si tratta di bici, non può che essere in attivo. Sta a me, ora, reinventarmi e fare di necessità virtù. Ancora una volta: si tratta di bici, e quindi ci riuscirò!

2019
In stand-by... o poco più

Caro diario, starai pensando che ti trascuro... beh, da quando non faccio più il ciclopendolare le occasioni per pedalare e vivere qualche stramba avventura si sono inevitabilmente un po' diradate, ma di buono c'è che quando salgo in bici ci passo un po' più di tempo. Lo sai che non sono un randonneur e che dopo un paio d'ore, possibilmente con una bella salita, io sono già "sazio" (come diceva un vecchio amico ), ma questo inverno qualche piccola soddisfazione me la sono presa giungendo con la nuova bici ibrida) un po' ovunque nei dintorni, dal Renon alla Mendola, dal Colle a Meltina e San Genesio. La "frenesia della vita moderna" (vomito assoluto) mi impone sempre più spesso giri dove cerco più il relax che la prestazione, senza tanti sguardi al cronometro. Vabbè, per ora avanti così, quasi in stand-by, nell'attesa (forse vana, ma non è detto) che tanti miei sogni si possano prima o poi realizzare. E in tutti questi sogni la bici (e Casteldimezzo!) sono ingredienti fondamentali.
2020
Il ciclismo ai tempi del Coronavirus

Sono tempi duri, ragazzi Con la diffusione anche in Italia del virus cinese le possibilità di attività all'aria aperta si sono via via ridotte fino all'interdizione quasi totale all'inizio di marzo. Disinformazione a parte, che trasforma in leggi e regolamenti dei semplici hashtag rimbalzati sui social, non sarebbe per niente piacevole uscire in bici tra gli sguardi spauriti e rabbiosi di cittadini costretti in casa (ma liberi di far circolare il virus nei supermercati, che tristezza!) e subire le reprimende di forze dell'ordine che devono barcamenarsi tra decreti ministeriali, circolari esplicative e provvedimenti a livello locale. Così, per evitare problemi, mi sono messo in "quarantena ciclistica" anch'io, sulla bike e sul tapis roulant di cui dispone la palestra condominiale, nonché sullo spinning di casa. Per rendere questo periodo il meno noioso possibile, prendendo spunto da un amico di Strava, ho pensato di sfruttare le potenzialità della bike in palestra, in grado di misurare abbastanza precisamente il lavoro profuso in watt. Così ho preso alcuni dei più bei giri fatti da quando ho iniziato ad usare Strava e li ho "tradotti" su carta, suddividendo i vari tratti a seconda del livello di difficoltà. Ne è venuta fuori una cosa neanche così male, stimolante a sufficienza per farmi stare in sella anche 50 e più km. E dove mai avrebbe potuto svolgersi il primo di questi giri virtuali? Ma sulla Panoramica, ovviamente! Vabbè, dai, per qualche settimana cercherò di sopravvivere chiudendo gli occhi e sognando il blu di Casteldimezzo, la vista dal Conero, le picchiate sul mare dell'Elba e via discorrendo... sperando che questo strano incubo finisca presto...
Fuori dal lockdown

Caro diario, uscito dal lockdown causato dal Coronavirus, ho finalmente ripreso a pedalare all'aperto. Non che ambissi chissà quanto a rivedere posti che mi uscivano dalle orecchie già vent'anni fa, ma è pur sempre qualcosa. Per rivedere i panorami che so io dovrò invece attendere ancora un po'... Però questa mattina per pochi secondi ho ritrovato me stesso. Non quel piccolo, miserabile borghese che si arrabatta a far soldi per soddisfare un sistema sempre più ingordo, ma quel Marco Bonatti che si agita come un ossesso dentro di me e che cerca disperatamente di uscire dal grottesco costume di scena in cui si trova imprigionato. Non è successo nulla di speciale: mi sono semplicemente trovato in MTB sotto la pioggia mentre ero diretto al lavoro, un km o giù di lì. Sono bastati quei pochi secondi, con i vestiti che iniziavano ad inzupparsi, per sentire quel Marco Bonatti sgusciare fuori, afferrare il manubrio e stringerlo forte, forte. Mi sono immaginato alla partenza per un giro di ore, sotto quell'acqua, gustandomi freddo e fatica come un premio ambito, potendo contare solo su me stesso. E magari con mio papà che mi assiste amorevolmente, come sempre, anche se non lo vedo più. Ci sono, ci sono sempre. Dovrò uscire, prima o poi. Prima che sia troppo tardi.

Nella bufera

Beh, oggi qualcosina ho rischiato... dopo una lunga camminata in montagna con la famiglia l'intenzione era quella di sciogliere un po' le gambe con un giretto in MTB e andare a vedermi l'arrivo del fronte freddo che stava sopraggiungendo da nord. Le gambe le ho sciolte poco, l'arrivo del fronte invece non solo l'ho visto, ma l'ho anche... sentito! Mi sono trovato sulla ciclabile per Appiano mentre cadeva di tutto... ho dovuto scavalcare diversi alberi sdraiati sulla ciclabile e a tratti le raffiche di vento prossime ai 100/h mi hanno fatto quasi mettere il piede a terra. Eppure l'idea di girare la bici e rientrare precipitosamente a casa non mi ha proprio sfiorato... ho voluto comunque chiudere un breve anello constatando poi che mi è andata più che bene, vista la dimensione di alcuni degli alberi caduti. Ma lo rifarei, e lo rifarò. L'alternativa è portare a termine una vita da piccolo borghese e spegnermi dopo aver docilmente svolto il compitino di produrre, consumare e crepare. Non sia mai.